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Carolina KozkaUccisa coma Maria Goretti a 16 anni

“A chi ogni giorno abbraccia con fiducioso abbandono la Croce, non vengono mai meno il coraggio e la fortezza, anche quando fosse richiesto il supremo sacrificio della vita, come avvenne per la dodicenne Maria Goretti, (Giovanni Paolo II).”

La mattina del 10 giugno 1987 a Tarnow (Polonia) il Papa Giovanni Paolo II, in una solenne concelebrazione ha proclamato “Beata” questa giovane polacca davanti a un milione e mezzo di fedeli. È una giovane contadina che “offrì la sua vita in sacrificio per amore di Dio, e parla ai giovani della grande dignità della donna. Era nata a Wal-Ruda in Polonia il 22 agosto 1898 e morì martire nella stessa località, 16 anni dopo.

Viene chiamata “la stella del popolo”. E lo è, perché è venuta su nel mondo del lavoro, e lo ha decorato con la sua vita e col suo martirio.
“Nata in uno sperduto villaggio polacco, scrive Mario Ponzi sull’Osservatore Romano (11/0/1987), la beata viene ricordata dal suo biografo come “un giglio violentemente reciso che tuttavia non ha perso il suo splendore”.
La sua storia è molto simile a quella di Santa Maria Goretti. Al tempo della dominazione degli zar la gente del suo piccolo borgo viveva pacificamente, dedicandosi alla coltivazione della terra. I Kozka erano conosciuti come una “famiglia di santa gente”. Chiamavano “chiesetta” la loro casa per indicare come la preghiera fosse uso quotidiano e consueto tra quelle povere quattro mura contadine. La vita infatti si divideva tra la preghiera e il lavoro dei campi.

Un giorno Carolina venne strappata dalla casa da un soldato, sotto gli occhi del padre, e condotta in un bosco. Difese strenuamente la sua dignità di donna, sino alla morte. Il soldato infatti la uccise oltraggiandone il corpo con la spada. Nel luogo in cui le sue spoglie furono ritrovate, i suoi concittadini vollero erigere una grande croce di legno. Qualche tempo più tardi la comunità ecclesiale volle avere Carolina ancora più vicina nel ricordo, e le dedicarono un monumento accanto alla Cattedrale. Da domani il martirio di Carolina sarà ricordato a Tanrow da una nuova chiesa.

Nel giorno della sua beatificazione un’immagine straordinaria è stata offerta dai numerosi gruppi di contadini vestiti nei tradizionali costumi, raccolti nella immensa spianata del quartiere Falk-landy. Praticamente era rappresentata la “Polonia agricola”.
Alla celebrazione era presente una delle due sorelle della beata. Intervistata sulla beatificazione della sorella, ha risposto: “La famiglia Kozka si è sempre identificata con il mondo agricolo della Polonia. La nostra casa era considerata dai nostri colleghi contadini come una piccola chiesa; oggi in quella piccola chiesa splende per noi e per loro una nuova stella, la stella del popolo”.

Per il martirio della giovane valgono le riflessioni che PAOLO VI fece a Nettuno davanti alle spoglie di S. Maria Goretti: “è qui, stupenda e drammatica, la sua fine. C’è una debolezza: una bambina di 12 anni (Maria Goretti): come può difendersi davanti a una violenza brutale? Come volete che resista, davanti alla sopraffazione di un delinquente che l’assale, che cerca di opprimerla? Eppure, da una c’è la fortezza (valore morale). Fortezza e forza combattono insieme. Chi vince? A guardare la scena si direbbe: ha vinto la forza. Ma a guardare meglio si dice: ha vinto la fortezza. Cioè, la debolezza di questa bambina ha vinto la forza del bruto!”.

 a cura di d.f.m.