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Frammenti di un discorso… ai giovani

del Prof. Enrico Medi (uomo di scienza e di Fede)

(26 maggio 2014 – 40° della morte)

Anche voi, ragazzi, miei giovani dell’Università – dove insegno da circa quarant’anni, da quando ero giovane come voi – avete perduto il sorriso e la gioia; non cantate più, non scherzate più, non ridete più; urlate, gridate, rovinate, vi danneggiate gli uni con gli altri e perdete gli anni più belli che son quelli della giovinezza. E allora, ridestiamoci:

è l’ora della risurrezione!

[ … ] È prezioso il cuore dei giovani! Professori, papà, mamme, voi tutti che agitate questi giovani, ve ne supplico, per pietà, non perdete queste vite, non togliete ai ragazzi il senso della verità e della fede! Tu, Sacerdote, insegna ai ragazzi, ai giovani, le cose vere, le cose semplici, le cose chiare, le cose assolute, le verità logiche, la razionalità dei principii; non andar dietro a teorie che vengono dalle tenebre di certe boscaglie spirituali dalle quali è impossibile cogliere il sole della verità; non confonderli con discorsi complicati, ma fa’ che afferrino le cose nella sostanza e, soprattutto, insegna ai giovani a meditare. Oggi non si riflette più: si legge, si legge, si legge: siamo tutti intontiti dalle parole con le quali ci travolgono la televisione, la radio, i discorsi, i giornali …

[ … ] Questa è la nostra gioia, o giovani! [ … ] Abbiate fede, abbiate fede, abbiate fede; non temete, figli di Dio, nessuno ci può toccare, nessuno ci può far del male, nessuna tempesta può toglierei Dio dal cuore. Con la nostra fede, ferma, immobile, tetragona, ancor quando dovesse venire l’era dei martiri, saremo pronti a dar la vita per te, o Signore: è facile morire per te. Difficile è amarti giorno per giorno, ora per ora, credere in te sospiro per sospiro, attimo per attimo: questo è difficile, ma questa è fede!

[ … ] Perciò ve lo ripeto: abbiate fede! La fede muove le montagne; e se oggi tante cose vanno male è perché la nostra fede non fa più violenza sul Cuore di Dio. Signore, io credo che quello che ti chiedo tu me lo dai; lo credo perché sei onnipotente, lo credo perché credo in te; lo credo perché la mia fede è grande quanto un granello di senapa e allora- tu l’hai detto- sposta le montagne. Non ho denari, non ho soldi, sono abbandonato, sono avvilito, la fidanzata m’ha cacciato via, non trovo un amore, non trovo un affetto, tutto va male … Signore, io credo!

[ … ] E se credo in te, innamorato mio, l’anima mia è piena di festa! Siate felici, o giovani, siate contenti: chi ci può togliere Dio dal cuore? E quando Dio è nel nostro cuore la felicità ridonda: piangiamo, soffriamo, lacrimiamo, versiamo gocce di sangue dalla nostra anima, ma ogni goccia è un canto, ogni lacrima un sospiro, ogni nostro strazio

è una preghiera di gioia che sale verso di te, o Dio, in comunione con Cristo Signore arante nell’orto dei Getsemani: sofferenza e amore, gioia e gaudio, contemplazione e vita, morte e risurrezione, speranza e canto di fede.

[ … ] Cari giovani, è inutile che stiate a dirvi che non siete romantici; non diciamo parole cretine! Tutti abbiamo un cuore, e quel giovane che non avesse un cuore che lacrima, assomiglia più a un animale che a un essere ragionevole.

Diciamo le cose come sono: la durezza del cuore è la disgrazia più grande che possa capitare a un essere umano. Non è l’intelligenza che conta perché siamo tutti intelligenti, quello che ci manca è il nostro cuore che è sbandato, che ha paura di amare perché ha paura di soffrire. E siccome non c’è amore senza dolore, perché l’amore è un dono totale che nulla chiede, che nulla domanda e tutto dona.

[ … ] Ragazzi, imparate ad amare! Ragazze imparate ad amare! L’amore è una cosa grande e l’amore tra due creature, o mio Signore, può diventare così grande e l’unione così perfetta che, come non si può stringere il vino tra le mani quando si è bevuto o il pane quando si è mangiato, così l’amore unificante può esser sì grande che neppure un abbraccio è più possibile, perché cuore dentro al cuore, anima nell’anima a formare una cosa sola.